Il mio lavoro consiste nell’occuparmi di Arte: pittura, musica, architettura, scultura, letteratura, poesia e prosa, e tutta la storia, la teoria, e la tecnica, che afferiscono a queste discipline.
Si suppone, quindi, che io sappia perfettamente cos’è l’arte.
E invece… non è proprio così!
E il motivo è che nessuno, finora, ha mai saputo definire in modo univoco e concluso cos’è l’arte.
La definizione: che cos’è l’arte?
Qualche anno fa, nel suo libro L’arte come idea e come esperienza, il filosofo e critico d’arte Dino Formaggio scriveva: «L’arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte».
Sembra una boutade, e l’autore stesso lo ammette, eppure dice anche che questa – secondo lui – è la definizione più sensata di cos’è l’arte. È interessante, infatti, sapere che, ad oggi, non esiste ancora una definizione di arte. Non condivisa, almeno. Insomma, ancora oggi, dopo millenni di storia, non sappiamo, ancora, che cos’è l’arte.
Dino Formaggio, filosofo e critico d’arte italiano, nella seconda fotografia davanti a una sua scultura.
Il libro di Dino Formaggio L’arte come idea e come esperienza, pubblicato per la prima volta nel 1990.
Infatti… Cos’è l’arte?
Cosa la distingue dall’artigianato?
E cosa distingue l’arte da ciò che non è arte?
Oppure, incredibilmente, qualunque – o quasi qualunque – attività umana potrebbe essere definita arte?
Arte e Artigianato.
La differenza tra arte e artigianato esiste, ma si può prestare – a mio parere – ad essere contestata.
Si dice, infatti, che l’artigianato sia la creazione di prodotti pensati per essere utilizzati mentre l’arte crea prodotti solo a fini decorativi; si dice che questi prodotti d’artigianato vengano creati da tecnici specializzati (gli artigiani, per l’appunto); e si dice che questi prodotti vengano creati solitamente utilizzando piccoli attrezzi.
E tutto ciò differenzia l’artigiano dall’arte, ovvero differenzia cos’è l’artigianato da cos’è l’arte.
Ma è proprio vero?
È davvero tutto qui?
Si può dire cos’è l’arte basandosi su questi criteri?
Proviamo a sfidarci ad analizzare uno ad uno questi punti. E partiamo dall’ultimo andando a ritroso.
Luca Cambiaso, Autoritratto del pittore in atto di dipingere il ritratto del padre (1570 ca.)
Wilhelm Kiesewetter, Der kleine Handwerker (before 1865)
Cos’è l’arte: L’artigianato è tale – e diverso dall’arte – perché l’artigiano utilizza piccoli attrezzi.
Questo punto è, a mio parere, il più debole dei tre e forse il più facile da contestare.
L’artigiano usa piccoli attrezzi e l’artista no?
Prendiamo ad esempio un pittore: il pittore utilizza dei pennelli per produrre le sue opere; secondo me, come attrezzi, sono sufficientemente piccoli.
Quindi, stanti attrezzi piccoli, il pittore è forse un artigiano? E quindi, per esempio, la Gioconda è un pezzo di artigianato?
Naturalmente voglio subito chiarire: non sto assolutamente dicendo che l’artigianato sia inferiore all’arte!
Sto semplicemente analizzando e ragionando sulle definizioni e su cosa differenzia cos’è l’arte da cos’è l’artigianato.
Quindi, secondo questa parte di definizione, siccome il pittore utilizza attrezzi piccoli per creare le sue opere, potremmo definire la pittura non un’arte ma un prodotto di artigianato?
E, se ci pensiamo, anche uno scultore utilizza utensili non troppo grandi; anzi, alcuni – come martelli e scalpelli – sono gli stessi che usa un artigiano.
Perché quindi una sedia in legno intagliata con martello e scalpello è artigianato, mentre la figura di una donna in legno intagliata con martello e scalpello è arte?
Ma possiamo spingerci ancora oltre: musicisti e ballerini spesso non utilizzano attrezzi particolari per creare le loro opere. A meno che vogliamo considerare attrezzi gli strumenti musicali oppure il corpo stesso di un ballerino.
E gli scrittori e i poeti? Anche loro non usano attrezzi se non carta e penna.
Quindi… queste citate, secondo la regola degli attrezzi, sono arti oppure no?
Secondo me, dopo aver ragionato su questo punto, mi sentirei di dire che la dimensione degli attrezzi o addirittura la presenza di attrezzi veri e propri non possa essere un criterio di discriminazione tra arte e artigianato, e quindi non ci aiuta a capire cos’è l’arte.
Cos’è l’arte: L’artigianato è tale – e diverso dall’arte – perché i prodotti vengono fatti da tecnici specializzati.
Per l’artigianato, i tecnici specializzati sono gli artigiani: questo è naturalmente molto intuitivo.
Eppure qui c’è qualcosa di davvero interessante di cui parlare, poiché anche l’arte viene prodotta da tecnici specializzati: gli artisti.
Un artista, infatti, non è altro che una persona che ha studiato un’arte specifica (a volte anche più di una), e che è un professionista in quella arte. E che utilizza l’esercizio della sua arte per guadagnare.
Chi, infatti, non utilizza la sua arte per ricavarne guadagno e sostentamento, ovvero non utilizza la sua arte come lavoro, è detto dilettante. Dilettante non è un termine dispregiativo. Il dilettante non è colui che non sa fare un’arte o che la fa male. Un dilettante è semplicemente qualcuno che pratica un’arte per diletto, come dice la parola stessa. Ma un dilettante può anche avere capacità notevoli ed essere a livelli veramente alti!
Tornando all’artista, quindi, egli altro non è che un professionista delle arti. E un professionista, nel suo campo, è anche un tecnico. Un ballerino classico, per esempio, è un professionista della sua arte; un pianista lo è; un violinista lo è; un pittore lo è; uno scultore lo è. E così via.
Michelangelo era un professionista specializzato, soprattutto nella scultura e poi anche nella pittura. Il Parmigianino era un professionista specializzato nella pittura. Bach era un professionista specializzato nella composizione della musica. E così via.
Anche se può sembrare strano, parliamo a tutti gli effetti di professionisti e tecnici specializzati.
Come facciamo quindi a distinguere un artigiano da un artista se entrambi sono professionisti e tecnici specializzati in una determinata area? Forse dicendo che l’artista esprime se stesso e le proprie idee e l’artigiano no? Sinceramente mi sentirei di dissentire. La maggior parte degli artigiani (per esempio i maestri del legno, i maestri del ferro battuto, e così via) sono in grado di realizzare progetti di una bellezza e una ricercatezza impressionanti, e sono senz’altro in grado di produrre oggetti che esprimono anche una loro idea e un loro sentire, e che possono addirittura portare con sé un messaggio.
Quindi, di nuovo, cosa ci fa distinguere cos’è l’arte da cos’è l’artigianato?
Cos’è l’arte: L’artigianato è tale – e diverso dall’arte – perché l’artigiano crea oggetti pensati per essere anche utilizzati, e che non siano solo decorativi.
E questo, devo dire, è il mio punto preferito. Questa definizione, che è quella più forte e più gettonata per distinguere l’arte dall’artigianato, è anche quella che, secondo me, si presta a pensieri più profondi.
Secondo questa definizione l’arte produce oggetti puramente estetici e/o decorativi, ma non di utilizzo. L’artigianato, invece, produce oggetti di utilizzo.
Ma è vero che l’arte non produce oggetti che servono specificatamente per essere usati?
Lasciamo da una parte il discorso, forse più filosofico, per cui anche un oggetto decorativo ha una funzione, cioè quella di fare da decorazione e di essere ammirato, e quindi anche l’oggetto decorativo è di fatto creato per avere una funzione. Prendiamo pure la parola nel modo più normale: un oggetto ha una funzione o un utilizzo quando non è solo decorativo.
Poniamoci una domanda, allora: Visto che “Zadok the Priest” (HWV 258) di Georg Friedrich Händel è un inno che è stato composto appositamente per essere usato (ed è stato usato) durante l’incoronazione di Giorgio II, è arte o è artigianato?
E il Ritratto di Anna di Clèves, dipinto da Hans Holbein il Giovane, eseguito con il preciso scopo di mostrare a Enrico VIII le fattezze della sua futura moglie, è arte o è artigianato?
E, domanda delle domande, le opere di architettura sono arte o artigianato? Sì, perché le opere architettoniche devono svolgere una o spesso più funzioni specifiche, e sono progettate esplicitamente per assolvere a una o più funzioni, e addirittura per risolvere uno o più problemi: quindi sono arte o sono artigianato? O non sono nessuno dei due?
Ma in realtà potremmo continuare con gli esempi. Potremmo continuare perché, in effetti, l’arte è per lo più pensata e creata per svolgere una funzione, e non solo come puro atto decorativo. Poi certo, ci sono anche oggetti d’arte di pura decorazione, ma non tutta l’arte è solo decorazione.
E quindi, tutte le innumerevoli opere d’arte che sono state create per un fine preciso e che sono state usate per quel fine – e che, alcune, ancora vengono usate per quel fine – sono da considerarsi artigianato?
In realtà, si nota come la differenza tra arte e artigianato non sia affatto chiara. E dire che arte e artigianato vengano distinti dall’uso di certi attrezzi, dalla professionalità di chi crea l’opera, o dal fatto che il prodotto sia o no decorativo, o che porti oppure no un messaggio personale, evidentemente non è sufficiente.
La verità è che, a oggi, non sappiamo cosa distingua davvero l’arte dall’artigianato. Così come non sappiamo cosa distingua l’arte da qualcosa che non lo è.
Arte e non-Arte.
Infatti, cos’è l’arte e cosa non lo è? Cosa ci fa dire che qualcosa è arte e qualcosa, invece, non è arte? E nemmeno artigianato?
L’Enciclopedia Treccani dà una definizione molto interessante di arte: «s. f. [lat. ars artis]. – 1. a. In senso lato, capacità di agire e di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, e quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati: l’a. del fabbro, del medico, del musicista, ecc.».
La definizione intera è molto più lunga e più completa di così, ma questa prima parte ci dà comunque delle informazioni davvero interessanti e importanti.
Possiamo notare, infatti, come la Treccani definisca l’arte un «agire e produrre basato su un complesso di regole […] esperienze […] e tecniche», il che si distacca molto dall’idea che spesso abbiamo dell’arte come di qualcosa di caotico e privo di regole.
E la Treccani definisce l’arte anche come «un’attività umana in vista di determinati risultati», definizione che, anche in questo caso, si discosta dall’idea che spesso abbiamo di arte come di qualcosa di fine a se stesso. E, anche, si discosta dall’idea di arte come di qualcosa che produca oggetti puramente e solamente decorativi.
Personalmente sono pienamente d’accordo con l’Enciclopedia Treccani.
L’arte è qualcosa di legato intrinsecamente a tantissime conoscenze di stampo multidisciplinare e a tantissime abilità che vengono definite “tecniche”, e non è quindi qualcosa di caotico e privo di regole – o, ancora peggio, di privo di senso.
E l’arte è anche qualcosa che non è, o almeno non necessariamente è, fine a se stesso. È senz’altro vero che si può produrre arte solamente per il puro gusto del progetto in sé, ed è altrettanto vero che non c’è alcun obbligo di condividere la propria produzione da artista; ma è altrettanto vero che l’arte, il più delle volte, è pensata per essere fruita, e per essere condivisa con qualcuno: in quest’ottica, l’arte è comunicazione, e quindi si prefigge determinati risultati e obiettivi.
Quindi, cos’è l’arte e cosa non lo è?
In realtà, ad oggi, non lo sappiamo.
Ad oggi, non sappiamo definire i confini dell’arte.
Possiamo infatti divertirci a fare degli esempi per metterci in difficoltà.
Per esempio, la cucina è arte? Se sì, perché? Se no, perché? Anticamente parlavano di ars coquinaria. E anche oggi parliamo di “arte della cucina”.
E la medicina, è arte oppure non lo è? Se sì, perché? E se no, perché? Il medico agisce, in effetti, secondo «un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche» e anche «in vista di determinati risultati», così come dice la Treccani. È arte quindi, la medicina? È vero, il medico non agisce direttamente per creare qualcosa che sia comunicativo, ma il medico fa ampio uso della comunicazione. Quindi, la medicina è un’arte? Anticamente, e ancora oggi, parliamo di ars medica.
Allora qui nasce una domanda: possiamo dire, a questo punto, che “tutto è arte”?
Possiamo forse dire che qualunque cosa produca l’uomo (inteso come essere umano e umanità) è arte?
Forse è possibile che la categoria ‘arte’ comprenda molte più discipline di quelle che pensiamo?
Ed è possibile che abbia confini molto più ampi di quello che crediamo?
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